L’alleanza Verdi-Sinistra ha presentato un disegno di legge per il congedo mestruale che prevede due giorni di assenza dal lavoro.
Dopo l’approvazione definitiva della legge sul congedo mestruale in Spagna che prevede almeno tre giorni di permesso al mese per i forti dolori mestruali per le donne, arriva la proposta italiana. Il ddl firmato dalla deputata Piccolotti di Sinistra Italiana, dell’Avs, vuole portarsi avanti sui diritti delle donne seguendo quanto accaduto in Spagna.
Il ddl prevede due giorni di congedo dal lavoro o di assenza giustificata da scuola per tutte le donne che hanno un ciclo mestruale particolarmente doloroso. I sintomi della dismenorrea, ovvero dolori legati al ciclo, sono “una fitta al basso ventre” che “si può accompagnare ad altri sintomi come mal di schiena, diarrea, nausea, capogiri e svenimenti” spiegano i promotori della legge. Alcuni si sono mossi in maniera indipendente come il caso del liceo di Ravenna.
Cosa prevede la proposta di legge
Il liceo artistico Severini di Ravenna ha modificato il regolamento d’istituto prevedendo la possibilità di assentarsi da scuola per un massimo di due giorni al mese, in caso di dismenorrea”, a fine 2022. Da allora altre scuole hanno seguito l’esempio, per ultimo il liceo classico Albertelli di Roma. In Europa, la Spagna è stato il primo paese ad approvare una forma di congedo mestruale. In molti paesi del mondo già esiste come Corea del Sud, Taiwan, Cina e Giappone.
Il ddl presentato da Avs riguarda sia le studentesse, che dovranno presentare un certificato a inizio anno, che avranno diritto ad un massimo di due giorni al mese di assenza da scuola, sia per le lavoratrici. La legge evidenzia che sarebbero coinvolte “lavoratrici con contratti di lavoro subordinato o parasubordinato, a tempo pieno o parziale, a tempo indeterminato o determinato” o anche “a progetto”. I due giorni di assenza al mese sarebbero pagati al 100% e non si potranno equiparare ad altro tipo di assenza nemmeno per malattia.
La terza parte del disegno di legge propone di distribuire gratuitamente contraccettivi ormonali nelle farmacie, solo a chi la ricetta medica. Questa proposta ha l’obiettivo di diffondere la pratica delle pillole contraccettive “come fattore per regolarizzare il ciclo mestruale, lenire i disturbi dei cicli dolorosi ed irregolari e agire positivamente sulla sindrome premestruale”. Dall’altra, e più in generale, “tutelare la salute della donna nelle diverse fasi della vita, in particolare in relazione alle possibili espressioni della sessualità, alle scelte attinenti a una procreazione cosciente e responsabile e alla prevenzione dell’interruzione volontaria di gravidanza quale componente essenziale del diritto alla salute”.